Introduzione


La tesi di fondo e la ragion d'essere di questo blog è che l’attuale periodo storico possa e debba essere simboleggiato da quello (tra i molti possibili) che nella mitologia indiana viene detto KaliYuga, un’era (Yuga) di distruzione e morte dominata dal demone indù Kali.

Le sorgenti del KaliYuga sono quelli che qui vengono denominati Processi Dinamici Globali (Global Dynamics Processes - GDPs), processi a molti e diversi livelli di complessità che interessano l’intero pianeta. Essi hanno avuto come presupposto le rivoluzioni sociali e scientifiche del 600 e 700, sono iniziati con la rivoluzione industriale dell’800, hanno avuto pieno sviluppo nel 900 e diventeranno irreversibili entro questo secolo.

I tre più importanti GDPs del KaliYuga, tra loro collegati, sono la crescita e la sovrappopolazione mondiale, l’esaurimento delle risorse ambientali e la distruzione dell’ecosistema terrestre.

Per la descrizione del KaliYuga vengono qui utilizzati due strumenti apparentemente agli antipodi come linguaggio e contesto culturale: il concetto di Struttura che Connette, proposto da Gregory Bateson negli anni 70, e il Tao Te Ching, il testo classico che viene considerato come una delle vette del pensiero cinese.

La Struttura che Connette è una meta-descrizione (descrizione di descrizioni) di meta-modelli (modelli di modelli), sviluppata nell’ambito del movimento cibernetico e sistemico del secondo dopoguerra e una delle idee fondamentali per i successivi sviluppi di seconda cibernetica e per l'odierna Scienza della Complessità.
Come tale è da ritenersi l’apice del pensiero scientifico moderno.


Il Tao Te Ching (Dao De Jing) è un testo breve di circa 5000 caratteri composto da 81 capitoli attribuito storicamente a Lao Tzu, che si ritiene nato intorno al 570 a.C., e al suo discepolo Chuang Tzu. In realtà si stima sia stato composto probabilmente da cinque veggenti, di cui almeno due donne, in un periodo compreso tra il 700 e il 400 a.C.
E’ da considerarsi come uno tra i più grandi doni fatti all’umanità.


Il mito millenaristico della fine del mondo stà quindi diventando una realtà. La responsabilità diretta è dei cosidetti “uomini di potere”: gerarchie delle religioni organizzate, politici, dirigenti delle multinazionali, l'esiguo numero di persone che controlla il flusso del denaro e la finanza - ma la vera responsabilità è di chi questo potere lo ha concesso, quindi di tutti noi.

Il paradosso tremendo di questa situazione mai avvenuta prima nella storia dell’umanità è che le conoscenze, tecnologie e processi che stanno portando al KaliYuga sono gli stessi che potrebbero portare questo pianeta ad essere un vero paradiso, ma certamente non per i 7 miliardi di persone attuali, mentre per i 10 miliardi del 2050 sarà un inferno di sicuro.

Nota (forse superflua) per un eventuale lettore:
questo sito ha una struttura a blog; come tale è un LIFO - last in first out/first in last out. Per chi è interessato a seguire il racconto inizia nel primo post, il più vecchio, e si conclude nell'ultimo post, il più recente.

Il blog si articola in due linee guida di discorso rappresentate da Processi Dinamici Globali - GDPs - la descrizione dei processi fisici-chimici-biologici-sociali-mentali e ambientali coinvolti a partire dai livelli gerarchici delle scienze naturali e dei domini di conoscenza ai livelli logici di conoscenza della conoscenza - e da Struttura che Connette, basata prevalentemente sulla vastità di idee sviluppate nell'ambito sistemico-cibernetico-ambientale da Gregory Bateson, successivamente proseguita nell'ambito delle neuroscienze e delle scienze della cognizione da Francisco J. Varela e Humberto Maturana, ed infine confluita nell'ambito dell'attuale scienza della complessità grazie ai contributi di Edgar Morin.
All'interno di questi due discorsi - tra loro interallacciati - si trovano collegate le linee di Tao, basata sugli 81 capitoli del Tao Teh Ching, quella di Tao Sincronico, basata sull'insieme di descrizione dei 78+1 simboli delle carte dei Tarocchi, Interludio Tao e, a partire da un determinato punto, quella di Tao Livello 3 e oltre, collegata alla due linee guida principali per le descrizioni in ambiti superiori al livello logico 2 della complessità.
Parte della rete semantica di questo blog.
Evoluzione di un sistema dinamico ad elevata complessità - quali i sistemi socioculturali-economici umani -  in presenza di crash ("crisi") di sistema, proposto da Ervin László nel 1986. A partire dallo stato stazionario iniziale a sinistra, caratterizzato da fluttuazioni su un livello medio dei suoi parametri principali, il sistema sperimenta oscillazioni nei suoi parametri vitali sempre più ampie e diventa instabile, dovuto al fatto che i meccanismi omeostatici a feedback negativo di compensazione e stabilizzazione nei suoi sottosistemi non riescono più a compensare i runaway di feedback positivo. Al seguito di instabilità sempre più accentuate può insorgere un crash di sistema, caratterizzato da una rapida e drastica riduzione dei valori dei parametri di sistema. E' da notare come l'insorgere del crash sia deterministico ma di tipo caotico, e quindi imprevedibile. L'evoluzione di sistema a seguito del crash può essere di cinque tipi: 1) distruzione ("morte") diretta del sistema; 2) distruzione indiretta del sistema, dovuta al fatto che esso mantiene la stessa configurazione precedente ma "tenta" sulla base di drastici feedback negativi e impegni di risorse di ritornare allo stato precedente, cosa impossibile perchè i processi globali di runaway positivo sono passati oltre il punto di non-ritorno e sono diventati irreversibili; 3) processo di downgrade di sistema: esso mantiene la precedente configurazione ma riduce in modo drastico quantitativamente il valore dei suoi parametri vitali e si porta ad un nuovo stato stazionario caratterizzato da un livello medio più basso; 4) il sistema impegna tutte le risorse disponibili per "recuperare" ad un nuovo livello stazionario ma mantiene la stessa configurazione, tuttavia può non raggiungere uno stato stabile e "venir meno"; 5) il sistema oltre a impegnare risorse si riconfigura nella sua struttura e si "risolleva" verso un nuovo livello di stabilità caratterizzato da un valor medio superiore rispetto al precedente.
(da: E. László, Evolution: the General Theory, 1987-1996; Evoluzione, Feltrinelli, 1986), modificato.
1. Pre-Industrial Phase [c. 3,000,000 BC to 1765: A = Tool making begins (c. 3,000,000 BC), B = Fire use begins (c. 1,000,000 BC), C = Neolithic Agricultural Revolution (c. 8,000 BC),
D = Watt's steam engine, 1765
Interval D-E is a transition period.
2. Industrial Phase [1930 to 2025, estimated]: E = Industrial Civilization is defined to begin in 1930 when the leading-edge value of energy-use per person reached 37% of its peak value. F = Peak of Industrial Civilization, c. 1978: confirmed by historic data published by BP, IEA, USCB, UN, etc. G = World average energy-use per person continues to fall, 1996. H = Industrial Civilization is defined to end when energy-use per person shrinks to 37% of its peak value, forecast to occur by 2025. Life-expectancy (X) is estimated to be less than 100 years.
Interval H-I is a transition period.
3. Post-Industrial Phase [c. 2100 and beyond]: J, K, and L = Recurring future attempts at industrialization fail.
A very schematic view of the history of umanity; poorlydrawnlines
Ampiezza di processo del simbolo del Tao calcolata in funzione della sua evoluzione per un cerchio di raggio unitario. L'ampiezza cresce lentamente per la maggior parte dell'evoluzione, raggiunge il massimo e molto rapidamente decresce a zero. Contemporaneamente, al valore massimo del processo, inizia un processo simmetrico di tipo opposto.
Produzione energetica pro-capite in termini di barili di petrolio equivalenti (boe: unità di energia) per anno dal 1920 al (previsto) 2060 secondo la teoria di Olduvai di R.C. Duncan (dal nome della gola di Onduvai, in cui si sono ritrovate tracce delle prime tecnologie preistoriche, datate circa 2,5 milioni di anni fa, e un sito rimasto attivo per milioni di anni). La conclusione è che la cosiddetta Civiltà Industriale durerà non più di 100 anni.
Rif: R.C. Duncan, Il picco nella produzione petrolifera e la strada per la gola di Olduvai.
Note:
(1) 1930; la Civiltà Industriale inizia con un utilizzo medio di energia pro-capite che raggiunge il 30% del suo valore di picco.
(2) 1979; l'
utilizzo medio di energia pro-capite raggiunge il valore di picco di 11.15 boe/c.
(3) 1999; la fine del petrolio a buon prezzol.
(4)
September 28, 2000; inizio della “Jerusalem Jihad”, l'esplosione di violenze nel Medio Oriente.
(5) 2006; picco previsto della produzione mondiale di petrolio.
(6) 2008; OPEC crossover event, quando le11 nazioni dell'OPEC producono il 51% del petrolio mondiale e controllano circa il 100% delle esportazioni mondiali di petrolio.
(7) 2012; blackouts permanenti accadono in tutto il mondo.
(8) 2030; la Civiltà Industriale finisce quando l'utilizzo medio di energia pro-capite
cade al valore del 1930.
(9) da osservare che vi sono tre intervalli di declino nello schema di Olduvai: inclinazione, slittamento e precipizio — ognuno più ripido del precedente.
La produzione di petrolio ha toccato il tetto 
Fino al 2005, la produzione ha seguito la domanda, ma poi è rimasta ferma malgrado l’aumento dei prezzi sia continuato. La linea azzurra indica la produzione, in milioni di barili al giorno; quella in rosso il prezzo del petrolio in dollari USA/barile.

Transizione di fase
Il brusco cambiamento verificatosi nell’economia del petrolio è ben visibile nel diagramma di dispersione prezzi/produzione. Sono evidenziate una fase «elastica» (la produzione è in grado di rispondere alla domanda, modulando i prezzi), un «punto di transizione» e la successiva fase «anelastica» (in cui la produzione non tiene più il passo della domanda, con ampie oscillazioni dei prezzi). L’asse verticale indica i prezzi spot a livello mondiale (dollari USA/barile) e quello orizzontale la produzione di petrolio greggio (milioni di barili di petrolio al giorno).
Rif: J. Murray e D. King, "Petrolio: il punto di non ritorno è ormai superato", Le Scienze, 7 Febbraio 2012.
Opinioni di stima sull'aspettativa di vita della Civiltà Industriale
Haldane      1927        "39 milioni di anni"
Russell      1949 "non può continuare per molto"
Drake      1961 un milione di anni
Watson      1969 potenzialmente "milioni di anni"
Arrester      1971 reazione naturale, circa 200 anni
Meadows, et al.      1972 reazione naturale, 100-200 anni
O'Neill       1976 "anche il nostro successo diventa fallimento"
Leakey      1977 circa 100 anni
Harris      1977 "natura come una bolla"
Crick      1981 da 10.000 anni o più
Laszlo      1987 da "estremamente breve" a molto lunga
Distribuzione del range e del totale della ricchezza globale in percentuale della popolazione mondiale.
Fonte: Credit Suisse Global Wealth Databook, 2011
Confronto del GDP (PIL), salari totali e debito nazionale degli USA con il totale del Wall St. turnover.
Le proporzioni sono simili a quella tra la Terra e il Sole.
Fonte: WallStSalesTax, 2011
Time dependence of FAO Price Index at current prices (upper black curve) and constant prices (corrected for inflation, lower blue curve) from January 2004 to May 2011. Red dashed vertical lines correspond to beginning dates of food riots and events associated with the major recent unrest in North Africa and the Middle East. Black and blue horizontal lines represent the price threshold above which riots are ignited in current and constant prices respectively. Index backgrounds are fitted with a third-order polynomial; intersection with the threshold (July 2012 at current prices, August 2013 at prices corrected for world inflation) represents the point of instability.
Source: Marco Lagi, Karla Z. Bertrand and Yaneer Bar-Yam, "The Food Crises and Political Instability in North Africa and the Middle East", September 28, 2011; NECSI
poster Circolo Bateson, 3a Conferenza internazionale su Decrescita Sostenibilità Ecologica ed Equità Sociale
Venezia 2012


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