giovedì 15 aprile 2010

Omaggio al Tao: Erik Satie


Per interessarsi a Satie occorre cominciare non avendo interessi, accettare che un uomo sia un uomo, lasciar perdere le nostre illusioni sull'idea di ordine, di espressione dei sentimenti e tutti gli imbonimenti estetici di cui siamo gli eredi. Non si tratta di sapere se Satie è valido. Egli è indispensabile.
John Cage

Debussy mi invitava spesso a casa sua e un giorno vi incontrai Erik Satie, che già conoscevo di nome. Mi piacque sin dal primo istante. Era un becco fino, pieno di astuzia e intelligentemente cattivo.
Igor Stravinskij

Un musicista medievale e dolce, smarritosi nel nostro secolo.
Claude Debussy

Honfleur, 17 maggio 1866 – Paris, 1 luglio 1925
"Here lies a great musician, a man of heart, an exceptional citizen"

lunedì 12 aprile 2010

Possibilità (2 di Bastoni)


L'aquila ha una panoramica di tutte le possibilità contenute nel paesaggio sottostante, mentre vola liberamente, naturalmente e senza sforzo attraverso il cielo. Essa è veramente nel suo dominio, molto grande e indipendente. Questa carta indica che si è ad un punto in cui un mondo di possibilità si apre. Se sei rilassato ed a proprio agio puoi riconoscere le possibilità che si presentano, a volte anche prima che gli altri si accorcano. Se sei in sintonia con la tua natura, capisci che l'esistenza ti fornisce esattamente quello di cui hai. Goditi il volo! E celebra tutte le meraviglie variegate nei paesaggi che sorvoli.

La Mente può accettare qualsiasi limite ovunque. Ma la realtà è che, per sua stessa natura, l'esistenza non può avere alcun limite, perché cosa sarà al di là del confine? Di nuovo un altro cielo. Ecco perché dico che cieli sopra cieli sono disponibili per il volo. Non accontentarti facilmente. Quelli che rimangono facilmente contenti rimangono piccoli: piccole sono le loro gioie, piccole sono le loro estasi, piccoli sono i loro silenzi, piccolo è il loro essere. Ma non c'è bisogno! Questa piccolezza è una vostra imposizione sulla vostra libertà, sulle vostre possibilità illimitate, al vostro potenziale illimitato.

venerdì 9 aprile 2010

Tao senza tempo


Una musica al di fuori del tempo e dello spazio.
Un frammento di Tao calato su Erik Satie del quale egli ci ha fatto dono per sempre.

martedì 6 aprile 2010

Gli ingredienti del Tao: lo Yuga di Kali


Siamo gli arcangeli dolorosi di un mondo che crolla,
siamo i figli di una nuova razza non ancora nata,
ma che vive attraverso di noi
come un vento carico di minacce e di polline nuovo.
Non sappiamo cosa vogliamo dire,
il nostro oracolo è sigillato,
i nostri sogni oscuri, i nostri segni contraddittori.
Non abbiamo la chiave,
ma siamo fermi davanti ad una nuova soglia,
a battere alla porta,
a batterla come dovette farlo nella foresta
il primo antropoide, che volle essere uomo.
E invece ci perdiamo nella rivolta,
ci perdiamo nell’orgoglio dei ricchi
o nel fascino del rifiuto.
Ci perdiamo nella seduzione del governo o dei sogni.
Ma il nostro senso non è essere vittime, né fuggire,
il nostro senso è al di là della rivolta,
Il nostro senso è bussare a questa porta,
gridare come i bambini nella notte finché la porta si apra.

Sri Aurobindo

Secondo l'interpretazione della maggior parte delle Sacre Scritture induiste, tra cui i Vega, il Kali Yuga (lett. Kàli=nero, Yuga=era) corrispondente nei miti greci all'età del ferro, è l'ultimo dei quattro Yuga. Si tratta di un'era oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale.
Essa cominciò con la morte fisica di Krishna (avvenuta, secondo il Surya Siddharta, il trattato astronomico che costituisce la base del calendario indù, alla mezzanotte del 18 febbraio 3102 a.C.) e durerà 432.000 anni, concludendosi nel 428.899 d.C.: Kalki, decimo e ultimo avatar di Visnu, apparirà in quell'anno, a cavallo di un destriero bianco e con una spada fiammeggiante con cui dissipare la malvagità.
Il Kali Yuga è l'ultimo dei quattro Yuga, e alla sua fine il mondo ricomincerà con un nuovo Satya Yuga (o Età dell'oro); questo implica la fine del mondo così come lo conosciamo (più di ciò che accadde alla fine degli altri Yuga, perché la Storia cadrà nell'oblio) e il ritorno della Terra ad un paradiso terrestre.

giovedì 1 aprile 2010

Gli ingredienti del Tao: Tao Te Ching; I - DELINEA IL TAO


I - DELINEA IL TAO

Il Tao che può essere detto
non è l'eterno Tao,
il nome che può essere nominato
non è l'eterno nome.
Senza nome è il principio del Cielo e della Terra,
quando ha nome è la madre delle diecimila creature.
Perciò chi non ha mai desideri ne contempla l'arcano,
chi sempre desidera ne contempla il termine.
Quei due hanno la stessa estrazione
anche se diverso nome
ed insieme sono detti mistero,
mistero del mistero,
porta di tutti gli arcani.

In poche semplici frasi il Tao Teh Ching (Dàodéjīng, Il Libro del Tao e della Virtù) dice tutto quello che si può dire, e tutto quello che non si può dire, su tutto quello che esiste - e su tutto quello che non esiste.

Those who have known, not by words, not by scriptures but by actually living life, from amongst those very few, Lao Tzu is one. And from amongst those yet fewer persons, who having known, have ceaselessly endeavoured to reveal what they have known, Lao Tzu is one. But the very first experience of those enlightened ones, who have tried to express what they have known is, that: whatever is expressible is not Truth. That which can assume form, invariably loses its spiritual power (of the Formless).

Now if someone wishes to make a picture of the sky, this can never be. Whatever picture is made, it will not be of the sky, for space is that which embodies everything. A picture cannot contain anything; it, in itself is surrounded by space. So Truth expressed in words, will be like the skies depicted in apicture. No bird can fly in the sky of a picture, no sun comes out in the morning or stars at night. It is dead for all purposes and the sky only in name. The sky cannot be in a picture. The greatest difficulty that a person encounters when he sets forth to express Truth is, that no sooner Truth is converted into words, it becomes Un-Truth. It becomes just what it is not. Then what was to be conveyed, remains unsaid; and what was not to be conveyed, is given voice. Lao Tzu starts his very first line with this statement.

Gli ingredienti del Tao: la Struttura che Connette

Qual è la struttura che connette
il granchio con l’aragosta,
l'orchidea con la primula
e tutti quattro con me?
E me con voi?
E tutti noi con l’ameba da una parte
e lo schizofrenico dall’altra?


(Gregory Bateson, Mind and Nature: a necessary Unity, 1979)

Singolare figura di scienziato, quella che si pone questo tipo di domande e decisamente ancor più singolare colui che dedica la propria vita alla ricerca delle risposte. Gregory Bateson fu questo tipo di scienziato: insofferente verso ogni forma accademica, si dedicò a mettere a soqquadro le cose piuttosto che a ordinarle. Con il suo lavoro Bateson ci obbliga a ripensare il tutto, a mettere in relazione ciò che teoricamente non è corretto relazionare, ci porta verso una nuova e diversa visione delle cose. “Tracciare le linee di una ecologia della mente è porre le basi per una scienza che ancora non esiste come corpus organico di teoria o conoscenza” scrive in apertura di Verso un’ecologia della mente, la sua opera più conosciuta e apprezzata. Ed è appunto ciò che Bateson tenta di fare per tutta una vita: mettere sul tappeto questioni fra le più apparentemente lontane, come “la simmetria bilaterale di un animale, la disposizione strutturale delle foglie in una pianta, l’amplificazione successiva della corsa agli armamenti, le pratiche del corteggiamento, la natura del gioco, la grammatica di una frase, il mistero della evoluzione biologica e la crisi in cui oggi si trovano i rapporti fra uomo e ambiente”. È questo il fulcro, il cuore della ricerca di Bateson: il tentativo di scoprire, descrivere, sistematizzare la “struttura che connette”.
Poliedrica figura di studioso, si dedicò nel corso della vita a più discipline: biologia, antropologia, psicologia, etologia, così da fare di sé stesso l’autore di un pensiero singolarmente innovativo. La formazione di Bateson deve molto alla figura paterna. William Bateson fu un biologo molto conosciuto, a lui si deve tra l’altro il termine “genetica”. Gregory Bateson si laureò in scienze naturali e, come nelle migliori tradizioni, sulle orme di Darwin, raggiunse le Galapagos per suggellare il suo apprendistato da biologo. In seguito si dedicò all’antropologia e conobbe e sposò Margaret Mead con la quale condusse il lavoro sul campo nell’isola di Bali. Collaborò con la Langley Porter Neuropsychiatric Clinic di San Francisco per uno studio sulla comunicazione psichiatrica. Negli anni che seguirono approfondì gli studi sulla comunicazione, occupandosi in particolar modo del comportamento e della comunicazione di lontre e foche in contesti di gioco. Creò un proprio gruppo di lavoro con il quale elaborò la teoria del “doppio vincolo”. Le scoperte di questo gruppo, in particolare sulla comunicazione familiare e la genesi della schizofrenia si riveleranno molto importanti e ispireranno più di una ricerca, ponendo le basi della Terapia Familiare Sistemica. Le sue vicissitudini lo sospinsero sino alle Haway dove si occupò del linguaggio dei delfini. Tutte queste esperienze lo portarono a maturare le sue idee e a condensarle in quel Verso un’ecologia della mente che gli porterà i primi riconoscimenti ufficiali. È dunque la sua formidabile capacità di mettere in relazione i vari campi oggetto dei suoi di studi a farne una figura così eccezionale. Nel 1972 Bateson pubblicò il suo libro più famoso, Verso un’ecologia della mente, che tentava di ripensare la condizione umana. Vi aveva addensato gli studi di una vita, le sue riflessioni sulla schizofrenia, sulla comunicazione animale e umana e la cibernetica. È in questo libro che affronta quelli che saranno i temi del suo pensiero, un tentativo di delineare quella “struttura che connette” che è alla base di tutta la sua opera. Una ricerca che Bateson tenta di sistematizzare definitivamente in Mente e natura pubblicato nel 1979, pochi mesi prima della morte. Per Bateson ogni organismo biologico ha la capacità di conoscere, di pensare e di decidere. E se l’epistemologia è il modo in cui i singoli organismi viventi e gli insiemi degli organismi viventi conoscono, pensano e decidono, allora tutto è epistemologia, tutto è processo di conoscenza. Bateson ha dedicato la propria vita alla ricerca della struttura che connette l’uomo agli altri organismi viventi e gli organismi viventi all’ambiente.
Nemico di ogni rigido dualismo, si era sempre più convinto della centralità della relazione. Liquida Cartesio perché le sue asserzioni hanno “semplicemente mandato in frantumi l’universo in cui viviamo”. Per Bateson l’io non è separato dagli altri e dal contesto, tutto è interconnesso, interdipendente. L’uomo è parte del tutto, ne è una componente fondamentale, un tassello dell’universo biologico. E, come ogni parte di un sistema epistemologico e cibernetico, è in grado di influenzare tutto, ma non è in grado di controllare tutto. Assieme ad una serie di studiosi come Norbert Wiener, John von Neumann, Claude Shannon, Warren McCulloch ed altri da vita alle “Macy Conferences” e alla teoria cibernetica che tenta di spiegare il comportamento e la dinamica dei sistemi biologici complessi. Bateson è stato definito soprattutto un “suscitatore di idee”, ma fu anche l’autore di alcune scoperte concrete come la teoria del “doppio vincolo” che ha permesso di guardare in un altro modo al problema della schizofrenia.
Nell’ultima parte della sua vita, quando ormai era gravemente malato, scrisse, assieme a Mary Catherine, la figlia, Dove gli angeli esitano. L’unità della natura da lui asserita apriva il campo ad una serie di riflessioni che costituivano il territorio per antonomasia della religione. “Il suo pensiero”, scrisse la figlia, “era comprensibile forse solo con il genere di metafore a cui ci ha abituato la religione”. Ateo di formazione, Bateson si rese conto che si stava avventurando in un terreno pericoloso, nel quale era facile venire fraintesi. Ovvio che lo scienziato vi si avvicini con cautela, d’altro canto il suo lavoro l’aveva condotto a porsi interrogativi di fronte ai quali avvertiva di dovere mettere in campo una saggezza e un coraggio di tipo diverso da quello seguito sino a quel momento. Era ad una svolta sostanziale del proprio percorso di uomo e scienziato.

Liberamente adattato da un articolo di Luisa Sberlati
www.frameonline.it/Fuoricampo_Bateson.htm

Gli ingredienti del Tao: Global Dynamics Processes


Processo: rete di cambiamenti, interscambi, relazioni, attività o azioni collegate tra loro. Un processo avviene in, o definisce, un sistema (sistema o ambito di interazione), un insieme di entità (elementi del sistema) connesse tra di loro tramite reciproche relazioni visibili o definite dal suo osservatore. Nei sistemi denominati complessi gli elementi e le inter-relazioni tra loro appartengono a tipologie diverse, descrivibili o sintetizzabili, in livelli di sistema, o livelli di complessità. Allo stesso modo processi che avvengono in un sistema complesso sono descrivibili, o sintetizzabili, in livelli di complessità di processo. Il contesto di descrizione più allargato in cui avviene, o si applica, un processo è detto matrice del processo.

Dinamico: (contrapposto a statico); per sua natura ogni processo è intrinsecamente dinamico. Un processo statico è uno dove il numero e il tipo degli elementi interconnessi, il sistema di interazione, il tipo e il numero di interazioni sono definite e non cambiano.
Per processo dinamico si intende un processo dove il numero e il tipo di elementi interconnessi, il o i sistemi di interazione, il tipo e il numero di interazioni e i livelli di complessità di sistema e di processo variano in modo dinamico. Un caso particolare di processo dinamico è un metaprocesso, un processo di processi, dove gli elementi di interazione sono sia elementi di sistema, sistemi stessi e processi.

Globale: (contrapposto a locale e universale); un processo per cui il sistema di interazione è l’intero pianeta.

L’esempio massimo possibile di GDP, o meglio di UDP, è il Te del Tao, la realizzazione del Tao in questo universo, un …-meta-meta-meta-…-meta processo dinamico universale a infiniti livelli su infiniti sistemi e infiniti elementi che dura da circa 13 miliardi di anni e la cui matrice indescrivibile e inconoscibile è il Tao:


Senza nome è il principio
del Cielo e della Terra,
quando ha nome è la madre
delle diecimila creature.