lunedì 25 febbraio 2013

spiegazione del Tao


Nelle varie parti in cui il benefattore di Carlos Castaneda, Don Juan, articola la spiegazione degli stregoni - il modello di riferimento del mondo delle esperienze vissute - una parte essenziale è la coppia tonal/nagual, l'analogo della coppia Teh-del-Tao/Tao, che rappresenta la totalità dell'Io che percepisce.
La differenza nella spiegazione del mondo tra quella comune condivisa (la realtà consensuale) e quella degli stregoni secondo Don Juan è:
"Non avete ancora sufficiente potere personale per andare in cerca della spiegazione degli stregoni, e ne avete ormai a sufficienza per scartare le spiegazioni comuni."
"Allora c'è una spiegazione degli stregoni!"
"Certo. Gli stregoni sono uomini. Siamo creature pensanti. Cerchiamo di vedere chiaro."
"Avevo l'impressione che il mio grande difetto fosse di cercare spiegazioni."
"No. Il vostro difetto è di cercare spiegazioni appropriate, che convengano a voi e al vostro mondo. E alla vostra ragionevolezza che mi oppongo. Uno stregone spiega le cose del suo mondo, ma non come voi."
"Come posso arrivare alla spiegazione degli stregoni?"
"Accumulando potere personale. Il potere personale vi farà scivolare con la massima facilità in un'area dove la spiegazione degli stregoni è possibile. La spiegazione non è ciò che voi chiamereste una spiegazione; ciò nonostante essa rende il mondo e i suoi misteri, se non chiari, meno terribili. Questa sarebbe l'essenza di una spiegazione ma non è ciò che voi cercate. Voi seguite il riflesso delle vostre idee. Gli specchi deformanti li avete dentro, e il mondo deve adeguarvisi."
Nel libro successivo, Castaneda illustra come Don Juan (denominato el Nagual) spiegò la dicotomia tonal/nagual ad un altro gruppo di apprendisti; la spiegazione è basata sul fatto che la conoscenza del tonal avviene tramite la prima attenzione, la normale attenzione condivisa, mentre quella del nagual avviene attraverso una seconda attenzione:
La Gorda mi raccontò in che modo el Nagual aveva rivelato loro la dicotomia tonal-nagual. Un giorno se n'andarono in una valle remota, desolata, fra montagne rocciose. Prima di partire, el Nagual aveva messo ogni sorta di oggetti in un fagotto (inclusa la radio di Pablito) e aveva ordinato a Josefina di accollarsi quel fardello. A Pablito aveva ordinato di accollarsi un pesante tavolino. In tal modo si misero in marcia. Dovevano darsi il cambio a portare quei pesi.
Percorsero circa 60 chilometri prima di arrivare a quella valle solitaria. Quando vi giunsero, el Nagual ordinò a Pablito di collocare il tavolo al centro della valle fra i monti. Poi ordinò a Josefina di disporre sul tavolo gli oggetti contenuti nel fagotto. Quando il tavolo fu colmo di roba, spiegò loro la differenza fra tonal e nagual. A me l'aveva spiegata - allo stesso modo - in una trattoria di Città del Messico. Ma nel loro caso la spiegazione fu assai più spettacolare.
Disse loro che il tonal è l'ordine di cui siamo coscienti nel nostro mondo quotidiano ed è, inoltre, l'ordine personale che noi portiamo lungo il cammino della vita sulle nostre spalle; come loro avevano trasportato il tavolo e il fagotto. Il tonal personale di ognuno di noi è come il tavolino in quella valle: una minuscola isola colma di oggetti a noi familiari. Il nagual, invece, è l'inesplicabile quid che tiene in piedi il tavolo ed è simile alla vastità di quella valle deserta.
El Nagual disse loro che gli stregoni sono obbligati a guardare il loro tonal da distante allo scopo di veder meglio ciò che c'è intorno a loro, realmente. Li fece salire su una balza, da dove si dominava una vasta zona. Da lassù il tavolino era appena visibile. Quindi li fece tornare presso il tavolo e ce li fece salir sopra, allo scopo di far loro capire che l'uomo qualsiasi non possiede un campo visivo vasto come quello dello stregone, poiché l'uomo qualsiasi si trova sopra il suo tavolo, tenendosi stretto agli oggetti che vi sono collocati.
Fece loro lanciare, uno alla volta, un'occhiata agli oggetti sul tavolo; poi sottraeva uno degli oggetti e - per misurare la loro attenzione - gli chiedeva quale fosse l'oggetto sottratto. Tutti quanti superarono l'esame a pieni voti. Egli fece loro notare che la loro abilità a ricordare così facilmente gli oggetti sul tavolo era dovuta al fatto che tutti loro avevano sviluppato la loro attenzione del tonal, ovvero la loro attenzione sopra il tavolino.
Successivamente chiese loro di lanciare un'occhiata a tutto ciò che era al suolo, sotto il tavolo; e mise alla prova la loro memoria sottraendo un sasso, un fuscello, o altre cose ch'erano lì in terra. Nessuno di loro ricordava ciò che avevano visto sotto il tavolo. El Nagual allora tolse via ogni cosa da sopra il tavolino e ve li fece sdraiare sopra, uno alla volta, a pancia sotto, e disse loro di guardare attentamente il terreno lì sotto. Spiegò loro che, per uno stregone, il nagual è la zona sotto il tavolo. Poiché è impensabile affrontare l'immensità del nagual - analoga all'immensa valle desolata - gli stregoni eleggono a dominio della loro attività la zona immediatamente sottostante all'isola del tonal, analoga a quella che c'era sotto il tavolino. Questa zona è il dominio della seconda attenzione - ovvero l'attenzione del nagual - ovvero l'attenzione sotto il tavolo. L'attenzione viene raggiunta solo dopo che il guerriero ha sgombrato il piano del tavolo, facendone tabula rasa. Raggiungere la seconda attenzione fa sì che le due attenzioni si uniscano in un tutto inscindibile, e questa unità rappresenta la totalità dell'Io.

La spiegazione degli stregoni tramite la dualità tonal/nagual, non lascia spazio neanche alla comprensione anche di quella parte che crediamo ragionevolmente di conoscere, il tonal; il tonal organizza e fornisce ordine e comprensione al mondo percepito, il quale altrimenti sarebbe solo caos, ma benché questo ordine ci permetta di dare senso al mondo, il meccanismo che lo produce è in se stesso indescrivibile:
"Far si che la ragione si senta sicura è sempre il compito dell'insegnante" disse don Juan. "Io ho ingannato la vostra ragione, facendole credere che del tonal si potesse parlare, che lo si potesse spiegare. Genaro ed io ci siamo affaticati a darvi l'impressione che solo il nagual fosse di là dalla portata delle spiegazioni; ecco la prova che l'imbroglio è riuscito: ancora adesso vi sembra che, nonostante tutto quello che avete sperimentato, vi resti un nucleo che potete dichiarare vostro: la vostra ragione. E' un miraggio. La vostra preziosa ragione è solo un centro di raduno, uno specchio che riflette qualcosa di esterno ad esso. La notte scorsa siete stato testimone non soltanto dell'indescrivibile nagual, ma anche dell'indescrivibile tonal."
"L'ultimo brano della spiegazione degli stregoni afferma che la ragione si limita a riflettere un ordine esterno, e che la ragione non sa nulla di tale ordine; non può spiegarlo, così come non può spiegare il nagual, La ragione può soltanto essere testimone degli effetti del tonal, ma non può mai comprenderlo o svelarne l'enigma. Il fatto stesso che noi pensiamo e parliamo indica la presenza di un ordine che seguiamo senza mai sapere come riusciamo a farlo o che cosa tale ordine sia."
Esposi allora il concetto della ricerca dell'uomo occidentale circa l'attività cerebrale, come possibilità di spiegare cosa fosse quell'ordine. Don Juan dichiarò che tutto quanto poteva fare tale ricerca era attestare che qualcosa stava accadendo.
"Gli stregoni fanno la stessa cosa con la loro volontà" disse. "Essi affermano che attraverso la volontà possono essere testimoni degli effetti del nagual. Posso ora aggiungere che attraverso la ragione, non importa cosa facciamo con essa o come lo facciamo, siamo puramente testimoni degli effetti del tonal. In entrambi i casi non c'è speranza, mai, di capire o di spiegare quello di cui siamo testimoni."
"Per la prima volta, la notte scorsa, avete volato sulle ali della vostra percezione. Eravate ancora molto timido. Vi siete avventurato solo lungo la banda della percezione umana. Uno stregone può usare quelle ali per raggiungere altre sensibilità: quella di un corvo per esempio, di un coyote, di un grillo; o per raggiungere l'ordine di altri mondi nello spazio infinito."
"Volete dire altri pianeti, don Juan?"
"Certo. Le ali di di percezione possono portarci ai confini più reconditi del nagual o ad inconcepibili mondi del tonal"
"Per esempio, uno stregone può andare sulla luna?"
"Si capisce" rispose don Juan. "Non sarebbe in grado, però, di riportare di là un sacco di pietre."
Ridemmo e ci mettemmo a scherzare su questo punto; ma la sua affermazione era stata in tono estremamente serio.
"Siamo arrivati all'ultima parte della spiegazione degli stregoni" disse don Juan. "La notte scorsa Genaro ed io vi abbiamo mostrato gli ultimi due punti che formano la totalità dell'uomo, il nagual e il tonal. Una volta vi ho detto che quei due punti sono all'esterno dell'uomo, e tuttavia non lo sono. Questo è il paradosso degli esseri luminosi. Il tonal di ciascuno di noi è soltanto un riflesso di quell'indescivibile ignoto che è pieno di ordine; il nagual di ciascuno di noi è soltanto un riflesso di quell'indescrivibile vuoto che contiene ogni cosa."
"Ora bisogna che restiate qui seduto, nel luogo preferito di Genaro, fino al crepuscolo; nel frattempo dovrete collocare la spiegazione degli stregoni al suo posto. Qui, ora, solo la forza della vostra vita lega insieme quel grappolo di sensazioni."
Don Juan si alzò.
"Il compito di domani sarà per voi immergervi da solo nell'ignoto, mentre Genaro ed io staremo a guardare senza intervenire", disse. "Sedete qui e interrompete il dialogo interno. Potete raccogliere il potere necessario per spiegare le ali della vostra percezione e volare verso quell'infinito."
Il passo seguente per Castaneda sarà infatti quello di buttarsi giù da una mesa, e per sopravvivere raccogliere la sua seconda attenzione ed entrare nell'ignoto del nagual.

2 commenti:

  1. Anche nell'insegnamento di Gurdjieff c'è una parte importante che riguarda l'attenzione... cito da http://it.wikipedia.org/wiki/Quarta_Via


    Gli insegnamenti di Gurdjieff si riferiscono principalmente al posto ed al ruolo dell'uomo nell'Universo e alle sue possibilità di sviluppo interiore. Gurdjieff si riferisce alla condizione dell'uomo ordinario considerando che egli è in uno stato di "sonno ad occhi aperti", superato il quale è possibile accedere a stati di coscienza più elevati, ma solo attraverso lo sviluppo di nuove capacità interiori.

    Gurdjieff insegnò come aumentare e concentrare la propria attenzione per dirigere e non disperdere la propria energia, come minimizzare i sogni ad occhi aperti e l'assenza di partecipazione alla propria esistenza. In accordo con il suo insegnamento, questo sviluppo interiore dell'uomo è l'inizio di una possibilità di cambiamento d'essere che ha lo scopo di trasformare l'uomo in quello che Gurdjieff chiama "uomo normale", un essere con tutte le sue potenzialità sviluppate e con la capacità di essere partecipe della sua vita e del mondo che lo circonda.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono completamente d'accordo, ho già fatto dei post sulla quarta via di Gurdjieff e sulle sue opinioni sulla coscienza:
      http://unifiedtao-it.blogspot.it/2013/04/il-quarto-tao.html
      http://unifiedtao-it.blogspot.it/2013/11/i-tre-tao-complessi-co-scienza.html
      Gurdjieff è stato indubbiamente uno tra i maestri più interessanti, la sua sintesi personale del sufismo integra in modo unico le tradizioni orientali e occidentali, e anche come persona era unico, qualcuno l'ha definito come un "rascal saint", un "furfante santo". Purtroppo (e per fortuna) di lui conosciamo il lavoro praticamente solo attraverso i resoconti di Ouspensky, che per documentare è stato ottimo, come persona invece era meno affidabile, pur avendo avuto per anni un maestro tra i più eccezionali.
      Come vedi, con linguaggi e metodi molto diversi, tutte le tradizioni autentiche sul sacro e sulle coscienza giungono alle stesse conclusioni...

      Elimina