mercoledì 23 novembre 2011

metamorfosi del Tao

Metamorphosis I, 1937, woodcut printed on 2 sheets
In una serie di tre composizioni denominate Metamorphosis I - II - III, realizzate nel 1937, 1940 e 1967-68, M.C. Escher applicò la tecnica della tassellatura regolare del piano, sviluppata a partire dal 1935 sia in forma simmetrica che asimmetrica,  per delineare soprattutto in  Metamorphosis II, una xilografia di 19,2 per 389,5 cm. stampata da 20 blocchi su tre fogli combinati, una straordinaria evoluzione grafica e concettuale a partire da un punto iniziale attraversando diverse zone di transizione e regni per ritornare allo stesso punto finale.

Metamorphosis II, 1939-40


prima parte: a partire dal punto iniziale si creano elementi che formano una composizione ordinata
seconda parte: la struttura d'ordine attraversa una zona di transizione
terza parte: la struttura di transizione porta alla genesi della vita
dettaglio della terza parte
quarta parte: il dispiegamento della vita attraverso una tassellatura regolare del piano
quinta parte: il dispiegamento della vita porta al regno sociale
sesta parte: il regno sociale si raccorda con quello mentale che riporta ad una struttura ordinata. L'architettura del paesaggio a sinistra ricorda i paesi della costiera amalfitana, visitati da Escher durante i suoi viaggi in Italia, in particolare Atrani.
settima parte: in modo duale dell'inizio la composizione ordinata si dissolve in elementi che portano al punto finale identico a quello iniziale


La rivelazione per Escher riguardo alla tassellatura regolare del piano furono le stupende decorazioni dell’Alhambra di Granada, che visitò nell’autunno del 1922, scoprendo la bellezza dei disegni astratti che ornavano le pareti del palazzo.
“L’arte di riempire un piano con uno schema ripetuto" - affermò H. S. M. Coxeter, che aiutò Escher capire il significato e il valore matematico delle sue opere - raggiunse il suo massimo sviluppo nella Spagna del tredicesimo secolo, dove i Mori usarono tutti i diciassette gruppi di simmetria, nelle loro intriganti decorazioni dell’Alhambra. La loro preferenza per gli schemi astratti era dovuta alla stretta osservanza del precetto del Corano: “Tu non disegnerai alcuna figura...””.


particolare di un mosaico dell’Alhambra
Molto tempo fa, durante uno dei miei vagabondaggi – scrive Escher – mi capitò di trovarmi in questo campo (la divisione regolare del piano); vidi un alto muro e poiché avevo il presentimento di trovare qualcosa di enigmatico e di sconosciuto, lo scavalcai faticosamente. Dall’altra parte c’era un deserto che attraversai con gran fatica fino a quando seguendo un complicato percorso, mi trovai su una soglia: davanti a me si spalancavano le porte della matematica. Da qui si dipartivano in diverse direzioni molti sentieri ben tracciati e da allora mi soffermo spesso in questo luogo. Talvolta mi pare di aver perlustrato l’intera zona, di averne percorso ogni sentiero e ammirato ogni veduta; poi improvvisamente scopro un sentiero ancora inesplorato e assaporo nuove delizie”.
Mentre disegno – scrive ancora – mi sento come un medium, controllato dalle creature che sto evocando. E’ come se esse stesse scegliessero le forme in cui apparire. E non si curano, durante la loro nascita, della mia opinione critica e non riesco a esercitare nessuna influenza sulle dimensioni del loro sviluppo. Di solito sono creature difficilissime e ostinate”.


tassellatura regolare del piano su un edificio di Madrid

Metamorfosi III, di lunghezza 7 metri, esposta presso il Museo Escher a L'Aia, Olanda.





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