martedì 25 gennaio 2011

paradigmi - e non - del Tao


Il filosofo e storico della scienza Thomas Kuhn propose nel 1962 il concetto di paradigma di una, o di tutta la, scienza. Paradigma deriva dal greco παράδειγμα paràdeigma e significa esemplare, esempio.
Huhn definisce un paradigma scientifico come: "... ciò che viene condiviso dai membri di una comunità scientifica, e, inversamente, una comunità scientifica consiste di coloro che condividono un certo paradigma."
In linea più generale un paradigma può essere descritto come una "costellazione di credenze condivise da un gruppo", ovvero "una costellazione di conclusioni, concetti, valori, tecniche etc. condivise da una comunità scientifica per definire problemi e soluzioni leciti".
Vignetta ironica sulle diversi visioni della scienza tra Karl Popper e Thomas Kuhn.
Come tale, un paradigma ha una fondamentale influenza sulla metodologia nel quale si concepisce, realizza e discute la validità di un qualsiasi esperimento o descrizione scientifica,  e quindi definisce cosa è significativo e cosa no, cosa viene ritenuto scienza e cosa no:

"...paradigma...è un'articolazione sistematica tra un insieme di strumenti pratici e concettuali e una definizione a priori dell'oggetto e delle sue regole di manipolazione sperimentale"
(I. Stengers)

Kuhn definisce una rivoluzione scientifica come un mutamento di paradigma, o paradigm shift.

Il passaggio da una scienza acquisita come credenza paradigmatica ad una successiva nasce dalla comparsa di "anomalie" teoriche e/o sperimentali con conseguente messa in discussione del paradigma e lo sviluppo di una scienza più estesa. Periodi di questo genere sono successi molte volte nella storia della scienza; Kuhn fà diversi esempi classici quali rivoluzione copernicana, la rivoluzione della chimica moderna operata da Lavoisier, la rivoluzione dell'elettrostatica di Franklin, la rivoluzione darwiniana o la Teoria della Relatività di Einstein.





Un paradigma può essere cambiato da un successivo paradigma, più generale; ad esempio il sistema copernicano, con la terra che gira attorno al sole, è valido se il sistema di riferimento è posto nel centro del sole, se è posto nel centro della terra continua a valere quello geocentrico, nessuno dei due ha validità assoluta ma sempre relativa, dipende da dove è più conveniente porre il sistema di riferimento, ovvero il sistema che rende il più semplici possibili le equazioni del moto. In effetti il punto più conveniente non è nè sulla terra nè sul sole, ma nel centro di massa del sistema sole-terra, a circa 450.000 Km dal centro del sole sulla linea sole-terra, dove le due forze gravitazionali reciproche si annullano, detto anche punto di Lagrange. Il sistema eliocentrico non è dunque più "giusto" di quello geocentrico, semplicemente è più conveniente per la descrizione e il calcolo delle equazioni di campo gravitazionale.

 









Il cambio di paradigma e la conseguente rivoluzione scientifica non sono solo concetti teorici astratti ma hanno profondi impatti sulla vita di tutti i giorni dato che sono la fonte dello sviluppo delle successive tecnologie:


Isabelle Stengers fà rilevare come per la scienza della Complessità non si possa defirnirvi un paradigma. Definito un sistema complesso come:

"Secondo Atlan un sistema complicato è un sistema di cui comprendiamo la struttura e i principi di funzionamento: di principio nulla impedisce che con tempo e denaro si possa giungere ad averne una conoscenza integrale.
Al contrario, il sistema complesso sarebbe quello di cui abbiamo una percezione globale, nei termini della quale possiamo identificarlo e qualificarlo, pur sapendo di non comprenderlo nei suoi dettagli"

In un sistema di questo tipo:

"La separazione tra ciò che è significativo e ciò che è rumore non può più essere fondatrice, operata una volta per tutte in nome di una teoria generale, deve essere pensata in quanto tale per ogni singolo sistema.
Dunque a essere messo in questione è il carattere paradigmatico delle teorie, e cioè la loro possibilità di guidare un procedimento a partire da somiglianze che indicano per se stesse un modo di separazione e di manipolazione"

Nella distinzione di sistema semplice/complicato/complesso quindi solo i primi due sono calcolabili, il primo esattamente, il secondo potenzialmente o statisticamente. In un sistema complesso è difficile dire cosa sia rumore e cosa sia significativo, perchè proprio il rumore, o il caos, può generare quelle proprietà emergenti peculiari della complessità. Con questo ne deriva l'impossibilità di una metodologia di calcolo e descrizione generali, validi per tutti i sistemi - almeno all'interno di una stessa classe - ma solo una specifica per uno specifico sistema. In questo consiste una delle difficoltà peculiari della Complessità: la singolarità di ogni sistema complesso.

Isabelle Stengers, "Perché non può esserci un paradigma della complessità", in G.Bocchi, M.Ceruti (a cura di), La sfida della complessità, Feltrinelli, Milano, 1985 (prima edizione), Bruno Mondadori, Milano, 2007 (nuova edizione)















Isabelle STENGERS

Nessun commento:

Posta un commento